La prospettiva artificiale nel cinema

Come si sa i film di Stanley Kubrick sono estremamente vari: si può passare dal genere horror, alla fantascienza, alla ultra violenza, film di guerra, introspettivi psicologici e altri.
La cosa determinante è che senza conoscere un film di Stanley Kubrick ma conoscendo il suo stile, si riesce comunque a riconoscerne la fonte nonostante la varietà di genere sia così ampia, e quindi non permetta di avere elementi di scrittura simili tra di loro.
Questo è dato dalla prospettiva, in tutti i film del maestro è presente un utilizzo straniante del punto di fuga centrale possibilmente occupato dal soggetto in evidenza. Questa resa perfetta è riuscita tramite l’utilizzo anche di scenografie mastodontiche e qualità d’immagine utilizzate con una perfezione tale che solo il genio poteva raggiungere.

Shining
Nel romanzo omonimo da cui il film è tratto, Stephen King rielabora in chiave thriller il topos caro alla letteratura della casa infestata da fantasmi, trasformandola in albergo e mettendola in rapporto con gli avvenimenti soprannaturali che vi accadono e che hanno per protagonisti un nucleo familiare composto da una coppia e dal loro unico figlio dotato di poteri paranormali.
Shining è presto diventato un cult movie, entrato nell'immaginario collettivo ed è stato a volte classificato come il miglior film horror in assoluto.[1]
Shining è stato eletto al 2º posto tra i migliori film horror della storia del cinema, dopo L'esorcista, in una classifica stilata dalla rivista londinese Time Out[2].








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